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2013: CHI HA PAURA DI UN INFERMIERE PIU’ QUALIFICATO

04/12/2013 – La professione infermieristica è chiamata ancora una volta a scendere in campo unita contro le pressioni di chi si oppone al riconoscimento del suo ruolo e delle sue competenze.

Nel Consiglio nazionale ultimo scorso abbiamo affrontato, tra le altre, una tematica per noi di particolare rilevanza.

Abbiamo ragionato delle competenze che definiscono l’assistenza infermieristica, della loro fisiologica – e già comunemente diffusa – evoluzione, di sperimentazioni ancora più innovative attuate dai nostri colleghi infermieri in numerosi luoghi del nostro Paese e dell’aspettativa, già normata in una legge del lontano 2006, di giungere, finalmente, alla figura dell’infermiere specialista. Cosicché quelle sperimentazioni ed altre ed ulteriori ancora, possano strutturarsi e ridefinirsi nel loro costrutto anche con l’approfondimento disciplinare conseguente a percorsi formativi e di ricerca nelle aree di intervento delineate nell’approvando documento sulle competenze specialistiche.
Abbiamo collaborato, dimostrato spirito critico ma costruttivo e, soprattutto, biennale pazienza.
Abbiamo, infine, sollecitato e chiesto che un documento, su cui erano state accolte osservazioni e, da tempo, raggiunta la condivisione di intenti, completasse il suo iter procedurale approdando al tavolo della Conferenza Stato Regioni.
In risposta abbiamo ricevuto il veto da un raggruppamento di sigle sindacali della dirigenza medica e sanitaria, con argomentazioni più che confutabili e analisi di flebile contenuto.
Qualcuno si è premurato di metterci in guardia: stiamo “delegando” la funzione effettiva di assistenza all’Oss, perché è quella la funzione effettiva di assistenza che, unica, connota l’identità e la specificità della professione infermieristica.
Gli interventi di questi “qualcuno” si sforzano di farci capire qual è l’idea vincente di infermiere: ma che processo di nursing, ma che metodologia e scientificità nella rilevazione e soddisfazione dei bisogni, ma che responsabilità 24 su 24 nel fare terapia e processo diagnostico, ma che funzione formativa, educativa, relazionale. Ma quale ampliamento orizzontale delle cure e dell’assistenza primaria. Ma quale counseling, quale estensività assistenziale, quale assistenza e medicina d’iniziativa!
Dobbiamo avere pazienza – che diamine! – i tempi non sono maturi.
Potremo evolvere le nostre arzigogolate e pericolose competenze solo se e quando gli altri – che unici possono rilevare le necessità dei cittadini – avranno deciso, forse, di farlo a loro volta.
Ossia beati gli ultimi se i primi sono illuminati!
Ma non basta. Abbiamo anche i gaudiosi – pochissimi ma decisamente autocentranti sul loro livore iconoclastico – sostenitori del muoia Sansone, ossia il Consiglio nazionale che si è democraticamente e all’unanimità espresso il 29 novembre, con tutti i Filistei, ossia gli infermieri!
Questi “qualcuno” esaltano, in tutta la storia, quelli che ci raccomandano di non delegare la nostra vera e unica funzione di effettiva assistenza all’Oss (che, secondo loro, saranno gli infermieri del futuro). Quelli che ci invitano a continuare a pazientare e ad aspettare che il mondo cambi perché così poi, forse, potremmo chiedere sommessamente se è rimasto qualcosa anche per noi. Quelli che dissertano su quanto sia “delicata” ed intoccabile l’organizzazione del lavoro e non su quanto sia delicato, per loro, parlare di equilibri di potere e di un ineludibile riposizionamento sociale e lavorativo.
Bene, i giochi sono sempre più scoperti e chiari e su questi giochi è bene che tutti insieme si rifletta pacatamente, ma puntualmente.
L’assistenza infermieristica, la professione infermieristica e gli infermieri sono altro e ben di più di quello che qualcuno insiste a voler impropriamente narrare.
Si reclutino pure improbabili armate; noi continuiamo – senza accettare provocazioni – nel nostro percorso, disponibili ad un confronto serio e costruttivo con tutti, Oss, medici, altre professionisti e rappresentanti dei cittadini, nella ferma convinzione che un infermiere più formato e più qualificato serva ai singoli e alla collettività nazionale e internazionale. Che di un infermiere con aggiornate, innovate e specialistiche competenze si possano giovare tutti e, non da ultime, le strutture sanitarie per sostenere e rilanciare il Sistema salute del Paese.
E con questo spirito … noi, unanimemente concordi andiamo avanti!
fonte: www.ipasvi.it

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