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Competenze infermieristiche, Cdm approva decreto legislativo

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21/01/2016 – Recepita la normativa comunitaria che, tra l’altro, individua l’infermiere come responsabile dell’assistenza.

Il Consiglio dei ministri ha approvato, in via definitiva, il decreto legislativo di recepimento della direttiva 2013/55/UE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali e del Regolamento comunitario n. 1024/2012 riguardante la cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno (“Regolamento IMI”). Il provvedimento è stato presentato in Consiglio dei ministri dal sottosegretario agli affari europei, Sandro Gozi.

Il decreto, che sarà immediatamente applicabile, introduce, in linea con la direttiva, alcune importanti novità come: la “tessera professionale” che favorisce la libera circolazione dei professionisti; un meccanismo di allerta per segnalare i professionisti nel campo della salute e colpiti da una sanzione disciplinare o penale; la possibilità, a determinate condizioni, di ottenere un accesso parziale alla professione; la possibilità di ottenere il riconoscimento del tirocinio professionale effettuato in parte all’estero.

Nel testo, tra l’altro, vengono definite le competenze che la normativa Ue prevede per gli infermieri.

Il titolo di infermiere responsabile dell’assistenza generale sancisce la capacità del professionista in questione di applicare almeno le seguenti competenze, a prescindere dal fatto che la formazione si sia svolta in università, in istituti di insegnamento superiore di un livello riconosciuto come equivalente o in scuole professionali ovvero nell’ambito di programmi di formazione professionale infermieristica:

1. la competenza di individuare autonomamente le cure infermieristiche necessarie utilizzando le conoscenze teoriche e cliniche attuali nonché di pianificare, organizzare e prestare le cure infermieristiche nel trattamento dei pazienti, sulla base delle conoscenze e delle abilità acquisite (e già indicate nel Dlgs 206/2007, ndr), in un’ottica di miglioramento della pratica professionale;

2. la competenza di lavorare efficacemente con altri operatori del settore sanitario, anche per quanto concerne la partecipazione alla formazione pratica del personale sanitario sulla base delle conoscenze e delle abilità acquisite;

3. la competenza di orientare individui, famiglie e gruppi verso stili di vita sani e l’autoterapia, sulla base delle conoscenze e delle abilità acquisite ai sensi del comma 6, lettere a) e b);

4. la competenza di avviare autonomamente misure immediate per il mantenimento in vita e di intervenire in situazioni di crisi e catastrofi;

5. la competenza di fornire autonomamente consigli, indicazioni e supporto alle persone bisognose di cure e alle loro figure di appoggio;

6. la competenza di garantire autonomamente la qualità delle cure infermieristiche e di valutarle;

7. la competenza di comunicare in modo esaustivo e professionale e di cooperare con gli esponenti di altre professioni del settore sanitario;

8. la competenza di analizzare la qualità dell’assistenza in un’ottica di miglioramento della propria pratica professionale come infermiere responsabile dell’assistenza generale”.

“Queste competenze – commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale Ipasvi – potrebbero già di per sé chiudere la partita delle polemiche aperte su più fronti in quest’ultimo periodo rispetto alla naturale crescita della nostra professione. Ora anche la Ue non solo lo chiede, ma lo prescrive e l’Italia recepisce l’indicazione, che sia la volta buona che altri si facciano una ragione della nostra professionalità e, mettendo fine a sterili, inutile e dannose (per i cittadini) polemiche, si avviino sulla strada della vera cooperazione professionale? Direi che a questo punto più che una speranza è una necessità. Di buon senso e di rispetto della legge”.

Fonte: Ipasvi.it

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